Ma perché tutto questo clamore sulla morte del Prof. Franco Mandelli?

Ma perché tutto il mainstream sta commemorando, con inconsueta enfasi, la morte del Prof. Franco Mandelli? Forse perché la sua indagine, commissionata dall’allora ministro della Difesa Sergio Mattarella, servì a mettere a tacere ogni allarme sulle armi ad uranio impoverito? Intendiamoci, il contributo di Mandelli alla Ricerca – a giudicare dai suoi numerosi titoli e onorificenze – non può essere certo ridotto a quella (contestata) relazione. Ma se si ha la pazienza di sfogliare l’elenco dei, pur insigni scienziati, italiani morti quest’anno o nell’anno scorso (o cercarsi scienziati sfuggiti a Wikipedia) si scoprirà che la morte di nessun altro scienziato italiano ha meritato, negli ultimi anni, tanto sospetto clamore.

Un’ultima annotazione. Nel 2000 in Jugoslavia (una delegazione dell’allora antimilitarista “Un Ponte per…”) ho avuto il privilegio di stare fianco a fianco con Mauro Cristaldi uno scienziato e compagno impegnato allora a studiare gli effetti dell’uranio impoverito disseminato dai bombardamenti della NATO e di D’Alema. Dai suoi studi, una relazione che, dimostrando inequivocabilmente le conseguenze di quel tipo di arma, non ha meritato l’attenzione del Governo. Mauro – tra i fondatori del Comitato ‘Scienziate e scienziati contro la guerra’, è morto due anni fa, ovviamente nel silenzio dei media mainstream e delle “autorità”. Credo che la maniera migliore di ricordarlo sia leggere i suoi scritti che contraddicono puntualmente quanto riportato nella “Relazione Mandelli”.

 E visto che ci siete, date anche una occhiata a questi video (introvabili sulla cineteca RAI) di Maurizio Torrealta. L’uranio impoverito della NATO non serve soltanto a rendere impraticabili interi territori e a lasciare un fardello di innumerevoli malati allo stato canaglia di turno. C’è di peggio.

 

Francesco Santoianni

 

Nella foto di copertina: proiettili con uranio impoverito utilizzati dagli USA in Siria

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