I cecchini di Assad e le donne incinte

Sempre più avvilente smontare le bufale che ci arrivano dalla Siria. L’ultima, quella dei “cecchini d Assad che sparano su donne gravide”, per le sue evidentissime assurdità non meriterebbe una riga di commento se, anche in Italia, non fosse stata presa come oro colato da “prestigiosi” organi di informazione quali: RepubblicaCorriere della seraSole 24 oreUnitàIl GiornaleRAI…. e da innumerevoli siti internet (tra i quali ci piace menzionare  Globalist).

Su questo penoso accorrere di “giornalisti” alla ciotola dell’informazione di regime potremmo spendere analisi sociologichefiumi di parole, improperi… Ma sarà per un’altra volta. Rassegniamoci, quindi, ad analizzare i punti salienti di questa ennesima bufala di guerra.

Il tutto nasce il 19 ottobre quando un chirurgo inglese – tale David Nott –  dichiara prima alTimes e poi alla BBC  di aver lavorato come volontario in non meglio precisati “ospedali in Siria”. Lì sarebbe stato testimone di una sconvolgente verità. I cecchini di Bashar Assad si esercitano quotidianamente sparando su specifici punti del corpo delle vittime civili. Punti che vengono stabiliti dai loro comandanti, di giorno in giorno, per verificarne le capacità e che almeno un giorno alla settimana hanno come obiettivo le pance delle donne incinte. “In un solo giorno oltre sei donne incinte sono state colpite da cecchini ed il giorno dopo altre due. Tutte le madri si sono salvate ma i feti nelle loro pance non sono sopravvissuti. Le donne incinte sono state tutte colpire all’utero. (…) Si trattava quasi di un gioco in cui i cecchini venivano premiati con pacchetti di sigarette.” E a conferma di questa verità mostra l’immagine di una radiografia: un feto con una pallottola conficcata nel cranio.

Va da sè che un qualsiasi giornalista degno di questo nome, prima di pubblicare una simile panzana, qualche domanda se la sarebbe pur posta. Ad esempio, ma che interesse avrebbe oggi Assad a fare sparare sulle donne incinte? Oppure quale sbalorditiva arma riuscirebbe ad uccidere un feto salvando (otto volte su otto!) la donna che lo ha nella pancia? Ma sarebbe bastato dare una occhiata alla “radiografia” per buttare fuori a calci dalla redazione l’esimio chirurgo David Nott: quale pallottola riuscirebbe ad entrare in un cranio senza spappolarlo o, almeno, frantumarlo?

Ma è mai possibile che nessun giornalista si sia sentito in dovere di porsi queste ovvie domande? Si, è possibile. Basti pensare al dilagare di bufale come quella dei bombardamenti sulle panetterie, del napalm sulla scuola, del Sarin a Gouta….

E allora che dire di questi giornalisti? Come scritto prima, le analisi sociologiche, i fiumi di parole le riserviamo per un’altra occasione. Stavolta, abbandoniamoci agli improperi.

 

Francesco Santoianni

articolo già pubblicato in www.sibialiria.org

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.