La bufala su Putin e “l’atomica maremoto”: La nuova frontiera del complottismo di Repubblica e Corriere

Dilaga su tutti i media (in primis Repubblica e Il Corriere) la bufala dell’”atomica maremoto” che sarebbe stata approntata dai Russi per colpire, tramite una esplosione nucleare sottomarina da 100 megatoni, le aree costiere USA; “una immensa ondata di acqua radioattiva” per scongiurare la quale già si prospetta un gigantesco potenziamento dell’arsenale atomico USA. Peccato che nessun giornalista, prima di dar risalto a questa nuova “minaccia dei russi”, si sia degnato di approfondire la sua attendibilità.

Intanto, la paventata esplosione nucleare da 100 Megatoni (equivalente a quella di 100 milioni di tonnellate di dinamite), se si verificasse al largo, non avrebbe alcuna possibilità di provocare sulle coste gli effetti di un maremoto  superiore al quarto grado della scala Ambraseys-Sieberg. Per capirci, il maremoto che, Il 26 dicembre 2004, ha devastato le coste asiatiche (lasciando sostanzialmente intatti gli edifici in cemento armato) aveva una potenza equivalente a quella di 52.000 megatoni e cioè 52 miliardi di tonnellate di dinamite.  In più va detto che un maremoto oltre alla magnitudo dell’evento che lo scatena, si rapporta con l’andamento dei fondali che, solo in alcuni casi, possono garantire il riversarsi sulla costa di enormi e veloci quantità d’acqua. Questo ha fatto sì, ad esempio, che, negli USA, nonostante il manifestarsi nell’oceano Pacifico e nell’Atlantico di colossali terremoti, si siano verificati gravi maremoti solo nelle isole Hawaii e in alcune aree dell’Oregon e dell’Alaska.

Si dirà”già, ma se l’esplosione nucleare avviene in prossimità della costa?” In tal caso – considerando che gran parte dell’acqua e della sua energia si distribuirà radialmente  in mare aperto – non si capisce proprio il perché di un attacco di questo tipo. Per “contaminare le città costiere con acqua radioattiva”? Ma la distruzione e la contaminazione di una città potrebbero essere mille volte meglio garantite da una delle migliaia di testate nucleari veicolate da missili già puntati direttamente sulle metropoli.

Quelle statunitensi sono più di settemila. E presto saranno molte di più, più efficienti e, soprattutto, oggi pronte come non mai ad essere utilizzate contro la Corea del Nord e contro la Russia; lo ha annunciato Trump  nel suo Messaggio sullo stato dell’Unione, al Congresso USA. E le lancette dell’Orologio Doomsday del “Bulletin of Science and Security” (una struttura di cui fanno parte 17 premi Nobel) sono state spostate a due minuti prima di mezzanotte: un livello d’allarme mai registrato in sessantacinque anni.

Ovviamente, nessuno in TV ve lo ha raccontato.

 

Francesco Santoianni

 

Questo articolo viene pubblicato anche su L’Antidiplomatico

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