La strana storia dell’attentato di Tunisi

Testo Ma come sarebbe a dire? Il governo italiano che paga milionidi euro per il riscatto di ostaggi in mano ai terroristi jihadisti, ora non emette neanche una nota di protesta davanti alla sciagurata operazione condotta dalla polizia a Tunisi (22 morti tra cui 4 italiani) condotta senza alcun tentativo di salvare la vita agli ostaggi?

E non è l’unica stranezza. Una volta tanto ci troviamo d’accordo con Guido Olimpio del Corriere della Sera: che fine hanno fatto le “cinture esplosive” che avrebbero indossato i terroristi? Come è possibile che questi abbiano condotto l’operazione senza neanche un caricatore di riserva? E poi le loro armi: vecchi e malandati Kalashnikov. Si direbbero di un gruppo di sbandati (verosimilmente “ribelli” di ritorno con la coda tra le gambe dalla Siria); altro che ISIS; altro che“Attentatori addestrati in Libia” come già sentenzia il ministro Gentiloni. Già, la Libia. “A seguito dell’aggravarsi della minaccia terroristica, resa di drammatica evidenza anche dagli eventi di ieri in Tunisia, si è reso necessario un potenziamento del dispositivo aeronavale dispiegato nel Mediterraneo centrale, al fine di tutelare i molteplici interessi nazionali, oggi esposti a crescenti rischi determinati dalla presenza di entità estremiste, e assicurare coerenti livelli di sicurezza marittima”, ha dettooggi la ministra della Difesa Pinotti mandando altre navi davanti alle coste libiche. Ma com’è? Ammazzano italiani in Tunisia e noi facciamo la guerra alla Libia?

 

Francesco Santoianni

(articolo già pubblicato nel 2015 nel sito http://pecorarossa.tumblr.com/

 

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