Uno spettro si aggira per l’Europa: Aufstehen

Intanto, una comunicazione di servizio: da ieri su Facebook sono attivi una Pagina e un Gruppo per seguire, discutere ed approfondire l’esperienza di “Aufstehen” (letteralmente “alzarsi in piedi”, verosimilmente “Stand up” il suo prossimo nome per le elezioni europee)

 Promosso dalla parlamentare europea ex Die Linke, Sarah Wagenknecht, Aufstehen, questo il suo sito,  verrà ufficialmente lanciato il 4 Settembre, non vuole costituire, per ora, un partito politico, ma un movimento finalizzato principalmente a recuperare “da sinistra” la base SPD, oggi allo sbando. Più o meno la stessa strategia che ha decretato il successo di France Insoumise. Tra gli obbiettivi di Aufstehen, oltre a quelli che ci si aspetterebbe di trovare (nazionalizzazioni, riduzione dell’età pensionabile, riduzione dell’orario di lavoro, no alla guerra, no all’Unione Europea…) spicca il rifiuto delle “frontiere aperte” ritenute un progetto della borghesia neoliberale per esacerbare la guerra tra poveri e abbassare i salari. Questo, oltre alla difesa della sovranità degli Stati-nazione, ha scatenato talmente tante velenose critiche tra i relitti della “sinistra antagonista” da far ben sperare nel successo anche elettorale di Aufstehen e della sua, speriamo, propaggine italiana.

Molte di queste critiche le trovate negli articoli riportati nella suddetta Pagina e Gruppo, qui ci piace rimandare all’editoriale de Il Manifesto “La chiamata dei sovranisti della Linke”: un compendio di tutte le spocchiose e fallimentari posizioni della “sinistra”. Riflettete, ad esempio, sull’astio verso “quelli che vivono di sussidi” o “l’esercito dei pensionati ex DDR” e capirete perché al governo in Italia ci sono andati Salvini e di Maio.

Francesco Santoianni

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